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Insegnanti precarie e abuso di contratti a termine da parte del Miur

La problematica in oggetto fa riferimento alla possibilità, per le insegnanti precarie, non ancora immesse in ruolo, di proporre ricorso contro il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per ottenere il risarcimento del danno da abuso di contratti a termine, il riconoscimento degli scatti di anzianità, nonché taluni emolumenti retributivi e contributivi. La proponibilità di questi ricorsi trova la propria fonte di legittimazione nella nota pronuncia delle Corte di Giustizia (Sent. “Mascolo”, n. 22/14), la quale ha dichiarato la non conformità a una direttiva europea (vincolante per gli Stati membri) dell’art. 4 della L. n. 124/99, cui ha fatto seguito l’intervento della Corte Costituzionale.

Requisiti per aderire al ricorso: Per rivendicare, in sede giudiziale, i suddetti diritti, è necessario essere docenti non abilitati e non immessi in ruolo, che hanno lavorato alle dipendenze del Ministero con plurimi contratti a termine per almeno 36 mensilità (anche non continuative), su posto vacante (c.d. scopertura organica).

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