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Il cliente ha diritto a restituire i beni dopo averli visionati

Corte di giustizia europea – Sentenza del 27 marzo 2019, relativa alla causa C-681/17
Il consumatore che acquista un prodotto on line e ne rimuove la pellicola protettiva può comunque esercitare il proprio diritto di recesso

Lo ha deciso la Corte di giustizia europea, con sentenza del 27 marzo 2019, relativa alla causa C-681/17. Il consumatore che acquista un prodotto online e ne rimuove la pellicola protettiva può comunque esercitare il proprio diritto di recesso. La merce in oggetto è un materasso che il signor Sascha Ledowski ha acquistato via Internet da una impresa tedesca di vendita online (Slewo). Dopo aver ricevuto il bene, Ledowski ha rimosso la pellicola protettiva, che ricopriva il materasso. Quindi, ha restituito il materasso alla Slewo chiedendo il rimborso del prezzo di acquisto di 1.094,52 euro e dei costi di restituzione. La Slewo ha fatto ricorso, sulla base di un principio, che l’azienda ritiene sancito nella direttiva sui diritti dei consumatori (2011/83/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011), in base a cui viene escluso il diritto di recesso per i «beni sigillati che non si prestano a essere restituiti, per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna». La questione è giunta in Corte federale di giustizia tedesca, che ha «girato» la controversia ai giudici del Lussemburgo.

Quindi la pronuncia, che ammette il diritto di recesso. A partire da un presupposto essenziale: la Corte di giustizia, infatti, ricorda che questo diritto è essenziale per tutelare il consumatore nelle vendite a distanza, perché in queste «egli non ha possibilità di visionare il bene prima concludere il contratto». Di più. I giudici Ue sostengono che il diritto di recesso «si presume compensi lo svantaggio che risulta per il consumatore da un contratto a distanza, accordandogli un termine di riflessione appropriato durante il quale egli ha la possibilità di esaminare e testare il bene acquistato nella misura necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dello stesso». In pratica, solo dopo la consegna del prodotto acquistato il cliente è in grado di verificarne le caratteristiche e, dunque, maturare un acquisto consapevole.

Per quanto riguarda il prodotto oggetto di contesa, il materasso ricoperto da pellicola protettiva, la corte di giustizia rileva, che sebbene questo, una volta eliminata la pellicola, possa essere stato potenzialmente utilizzato, ciò non lo rende «definitivamente inidoneo a un nuovo utilizzo da parte di un terzo o a una nuova commercializzazione». A conferma di ciò i giudici fanno presente che, negli alberghi, lo stesso materasso è utilizzato dai più clienti successivi, che esiste un mercato dei materassi usati e che i materassi già utilizzati possono essere oggetto di pulitura in profondità.

In relazione al diritto di recesso, invece, la corte sottolinea che il materasso in quanto tale può essere equiparato agli indumenti, categoria per la quale la direttiva prevede espressamente la possibilità di restituzione, dopo la prova. Questa equiparazione, spiegano i giudici Ue, è possibile in quanto, anche qualora ci fosse stato un contatto diretto tra gli abiti e il corpo umano dell’acquirente, dopo la loro restituzione il produttore è in grado di effettuarne la pulitura e la disinfezione, di renderli idonei a un nuovo utilizzo da parte di terzi. Pertanto, i materassi così come gli indumenti possono essere nuovamente commercializzati, senza compromettere la salute o l’igiene dei futuri acquirenti.

Utilizzo improprio del bene ed eventuali danni. Infine, la Corte sottolinea che, in base alla direttiva 2011/83, i consumatori sono responsabili della eventuale diminuzione del valore del bene acquistato on line e poi restituito, qualora siano state effettuate sul prodotto manipolazioni diverse da quelle necessarie per stabilirne natura, caratteristiche e funzionamento. Ma questo non fa decadere il suo diritto di recesso.

fonte: Italia Oggi

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